“Un matematico e un pittore si trovano seduti insieme al bar”

Non è l’inizio di una barzelletta. Piuttosto una scena rara da incontrare.

Questi due mondi sono separati da un oceano di differenze che rendono solitamente difficile comunicare con chi è dall’altra parte.

La scienza è misurabile, ha delle regole, si può spiegare con la logica e ha un metodo. L’arte è l’esatto contrario.

In quest’ottica mi piace pensare che il mondo sia diviso in 4 macro categorie di persone e imprenditori:

Se i primi usano di più l’emisfero sinistro del cervello (matematico) e i secondi quello destro (creativo), i neutrali usano entrambi nella media e gli alchimisti fuori dalla media.

Lo scienziato ha dalla sua la logica e la deduzione, fondamentali per imparare e in certi casi prevedere.

L’artista però ha il vantaggio delle emozioni, che influiscono nel suo futuro e giocano un ruolo importante nell’intelligenza.

I neutrali hanno una mentalità passiva che li protegge dai pericoli quotidiani, e infatti fanno parte della massa.

Gli alchimisti invece sono una nicchia ristretta di veri e propri scienziati-artisti: logica ed emozioni, due facce della stessa medaglia che riescono magicamente a guardarsi.

Questi ultimi nel mondo imprenditoriale fanno spesso la differenza, perché sanno prendersi dei rischi calcolati, uniscono la teoria alla pratica con un tocco di originalità, e spingono l’azienda oltre i limiti con creatività e metodo.

Ma un alchimista non basta per creare un’azienda alchimista.

Prendiamo d’esempio il più famoso. Non Leonardo Da Vinci ma Steve Jobs. I “suoi” pirati – così chiamava gli outsider al lavoro sul Mac – comprendevano artisti e scienziati assunti per pensare fuori dagli schemi e lavorare duramente.

Come detto all’inizio non è facile far comunicare queste mentalità essenzialmente opposte.

Ma Steve ci riuscì abbattendo tutte le barriere con esperienze di gruppo a dir poco incredibili, dove in perfetto stile hippy arrivarono addirittura a fare un bagno tutti nudi in una piscina pubblica.

A questo punto l’affinità era superiore alle differenze così che scienza e arte potessero convivere.

Jobs è riuscito così, grazie al team building, ad avvicinare questi due emisferi distanti.

Un’impresa da pazzi, ma anche l’unico modo per creare dei veri capolavori.

Una risposta

  1. Gli artisti e di conseguenza anche gli alchimisti hanno dalla loro la pazzia che viaggia di pari passo con l’istinto. Questo permette di buttarsi in situazioni che i neutrali e la gente normale non riuscirebbe o farebbe fatica a fare. Quindi sì, la pazzia ben calibrata crea imprese spettacolari.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.