Tagliando l’introduzione si arriva rapidi alla conclusione: non si può diventare perfetti.

Come in un gioco, puoi solo migliorare in continuazione, ma troverai sempre il livello che ti mette in difficoltà, così come nel lavoro, nell’amore e nella vita.

L’imprenditore italiano

Tu forse non sei tra questi – in tal caso complimenti – ma in Italia ci sono principalmente due tipi di imprenditori:

  1. Quelli che si fanno abbattere da un “livello” troppo difficile, e a costoro mi vien da chiedere perché abbiano scelto questo “mestiere”
  2. E quelli invece che non temono nulla perchè sono a capo di un’azienda perfetta.

Se sei del secondo gruppo mi chiedo: ci credi davvero?

Il tipo di impresa più vicina alla perfezione è solo quella quasi perfetta, che sa benissimo di esserlo, e oggi lo dice apertamente.

“La perfezione è semplicemente impossibile da raggiungere ma la trasparenza vera è un valore assoluto

C’è una parola in Giappone che racchiude questa filosofia: Kaizen. È l’unione di due termini

Uniti racchiudono la filosofia del miglioramento continuo.

In questo gioco vincono le Start-up

Ormai è un termine blasonato, ma guardiamo oltre. Non voglio fare una digressione sulle differenze tra Start-up e impresa tradizionale, ci sono diverse risorse online che lo spiegano.

Qui voglio concentrarmi sulla definizione di startup con la lettera minuscola: “il primo avvio di un processo”

Nella fase di avvio, appunto startup, l’azienda è sempre in ricerca di feedback dai clienti per aggiustare il tiro prima che sia troppo tardi.

Durante la startup si fanno riunioni spesso e volentieri per valutare i risultati e aggiornare gli obiettivi, ma senza perdere la principale fonte di reddito: il tempo.

È il periodo in cui si analizza continuamente il budget in relazione al breve, medio e lungo periodo.

Nella startup la dirigenza è vicinissima allo staff, per allineare gli obiettivi, raccogliere feedback e tenere tutti aggiornati sulle dinamiche di ogni reparto; vertici compresi.

Non ci sono barriere tra i “piani alti” e i dipendenti perché in questo percorso sono tutti coinvolti allo stesso modo: il successo dell’azienda è il successo di tutti.

In queste circostanze i clienti e i dipendenti sono entrambi di altissimo valore, ed è importante deliziarli, coccolarli, fare in modo che rimangano il più a lungo possibile. O ancora meglio trasformarli in vettori di un intenso passaparola positivo.

Quindi perché questa fase finisce?

Non c’è nessuna motivazione, nessun perchè. Nessuno.

“Il successo di un’impresa è 80% mentalità e 20% attività.

Una buona strategia può risparmiarvi un decennio, ma senza la giusta mentalità raramente ci si applica in modo costante ed efficace.

Le Start-up sì, sono aziende con grande scalabilità e così via, ma quelle di successo si distinguono per il loro approccio mentale al business, che per qualunque imprenditore di successo è il più bel gioco del mondo.

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